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QUATTROZAMPE
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apuzzoguardiecontrolovenatoriorozzanolightDomenica 20 settembre si apre la caccia in provincia di Milano.  Massima vigilanza e una nuova area protetta a Rozzano.

Il Consiglio Direttivo dell’ATC Pianura milanese (Ambito Territoriale di Caccia), su proposta dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Rozzano, sostenuta dal Consigliere ambientalista Gottardi (WWF), ha approvato l’istituzione della Zona di Ambientamento e Rifugio in aree contigue al  Parco delle Rogge, con divieto di caccia. I nuovi divieti saranno vigenti contestualmente con l’apposizione dei cartelli di divieto che saranno installati dai responsabili dell’ATC, presumibilmente la prossima settimana.

A Rozzano si vigilerà in particolare al Parco delle Rogge, nel quale le aree interdette alla caccia sono state tabbellate dall'ATC (Città Metropolitana - Provincia di Milano) con il divieto di caccia. Dalla mattina presto l’Assessore all’Ambiente, Stefano Apuzzo (che è anche fondatore e portavoce di Gaia Onlus) e l’Assessore alla Sicurezza, Marco Ercoli, batteranno a tappeto  il Parco delle Rogge con le GEV, Guardie Ecologiche Volontarie e due guardie venatorie volontarie della LAC e i volontari di Gaia Onlus.

gaia - campagna anti-vivisezionedi Edgar Meyer

Se io devo andare da Milano a Bergamo ho varie opzioni: posso andare a piedi, inforcare una moto, prendere l’auto, il treno, un bus, andare in triciclo… Arriverò comunque alla meta, ma la tempistica è diversa. E il disagio del viaggio pure…

Ecco, la vivisezione è il triciclo. Si cerca il “progresso” della scienza con il triciclo…Non che la sperimentazione animale non abbia portato a dei risultati: tutti i farmaci che usiamo oggi sono frutto di vivisezione, e i favorevoli alla sperimentazione animale sostengono proprio questo. “Chi vuole abolire la vivisezione vuole cancellare la scienza! Chi vuole abolire la vivisezione non dovrebbe più prendere alcun farmaco, nemmeno contro il mal di testa!”. Non è così. La vivisezione è il triciclo. Anche lei arriva a Bergamo. Ma a costo di un viaggio lunghissimo, di un dispendio di energia elevatissimo, di disagi tremendi.

Noi vogliamo prendere il treno, l’auto, la moto. Arrivare a risultati più rapidi e con meno dolori. Imboccare una strada nuova. Il modello animale è spesso fuorviante. Porta spesso a risultati sbagliati, cioè fa sbagliare strada. Ed è terribilmente ingiusto, violento, barbaro. La vivisezione affonda le sue radici nell’Ottocento. Vogliamo cambiare la scienza. Vogliamo una scienza nuova, moderna, al passo con il terzo Millennio. Ai giovani ricercatori diciamo: “stay hungry, stay foolish”, come diceva l’inventore del computer, che ha cambiato il mondo. Cambiate la scienza. Abbandonate il triciclo, vecchio arnese arrugginito. Inforcate la moto, prendete il treno. Battete nuove strade. Siete giovani. Si spera brillanti. Fate la storia, invece di ripetere stanche formule che vi hanno insegnato vecchi baroni.

lutz img669Ad agosto ci ha lasciati silenziosamente e quasi solitaria, in una Milano deserta e torrida, “Mitzi” Lutz.

Lutz è stata, negli anni pionieristici in cui i cani accalappiati finivano in canili lager (c’erano solo quelli!) e venivano ancora soppressi dopo pochi giorni (la legge 281/1991 era ancora di là da venire), il punto di riferimento di tutti gli zoofili milanesi e lombardi. Fondatrice del primo rifugio gestito con cuore italiano ma organizzazione austriaca, il Rifugio Lutz di Segrate, ha insegnato a tutti i giovani animalisti di allora che un canile poteva essere un luogo di transito (con adozione) e non solo di salvezza degli animali abbandonati, e che poteva essere un posto divertente e non solo di disperazione ed accumulo di poveri cani rifiutati. Coraggio, capacità, generosità pazzesca, tempra d’acciaio: queste alcune delle sue caratteristiche, che le hanno fatto salvare -letteralmente- migliaia di quattrozampe, cambiando il loro destino. Tutti andavamo da lei per risolvere problemi drammatici, di chi non sapeva dove sbattere la testa ogni volta che c’era un cane in mezzo alla strada. Di seguito 4 brevi pensieri, che la ritraggono alla perfezione.

loghinoDi Davide Mazzocco

La compagnia petrolifera era a conoscenza del legame fra combustibili fossili e cambiamenti climatici sette anni prima che questi divenissero di dominio pubblico

I cambiamenti climatici? Una bufala diffusa dagli ambientalisti. Il riscaldamento globale? Pseudoscienza per ingannare i consumatori. Questa la posizione dei negazionisti di fronte ai fenomeni che stanno mutando gli equilibri ecologici del pianeta, dagli oceani alla terraferma. Una e-mail scritta da uno degli esperti del colosso petrolifero, in risposta a una richiesta di informazioni sull’etica aziendale dell’Institute for Applied and Professional Ethics dell’Università dell’Ohio, ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, provando che, già nel 1981, prima che la questione dei cambiamenti climatici diventasse di dominio pubblico, la Exxon sapeva del legame fra combustibili fossili e riscaldamento globale e sapeva che regolamenti restrittivi sulle emissioni di carbonio avrebbero potuto danneggiare il suo business.